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Riabilitazione dagli infortuni
attraverso l'ipnosi


dott. Rocco Luigi Gliro*

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    L'applicazione dell'ipnosi per la riabilitazione degli atleti dagli infortuni è un'area interessante anche se relativamente poco esplorata. L'ipnosi sembra contribuire all'accelerazione del processo naturale di guarigione.
Liggett (2000) cita un suo lavoro con un ginnasta infortunatosi sei mesi prima, mentre eseguiva un determinato esercizio. L'infortunio aveva portato l'atleta ad un blocco nell'esecuzione di quell'esercizio, che aveva eseguito molte volte con successo. L'autore usò con lui l'ipnosi, portandolo indietro al momento in cui accadde l'infortunio, per fargli immaginare se stesso eseguire l'esercizio con successo diverse volte, in situazioni diverse (in una palestra a lui familiare e durante un importante competizione).

Dopo l'ipnosi (una sola seduta), fu in grado di eseguire l'esercizio per la prima volta in sei mesi. Liggett, conclude che, mentre l'imagery non ipnotica non l'aveva aiutato, l'imagery ipnotica, molto più vivida secondo il ginnasta, provocò un cambiamento emozionale che gli permise di superare il blocco (Liggett, 2000).

Ian Robertson (1999), un noto neurofisiologo inglese, nel suo libro "Il cervello plastico", cita il caso del campione olimpico di lancio del giavellotto. A quattro settimane dall'inizio delle gare l'atleta si storse una caviglia rimanendo immobile per due settimane, un grave svantaggio per un atleta a quel punto della stagione. In questo periodo lanciò il giavellotto migliaia di volte. Come risultato, al termine delle due settimane di convalescenza, riprese gli allenamenti dal punto in cui li aveva lasciati prima dell'incidente.


Prima parte: L'uso dell'ipnosi nello sport

Seconda parte: L'Imagery

Terza parte: Effetti dell'Imagery sulla prestazione e dell'ipnosi sull'Imagery

Quarta parte: Efficacia dell'ipnosi sulla performance atletica

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