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Sport in Costituzione torna in Senato

di Michele Damiani

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Lo sport in Costituzione potrebbe essere realtà prima della fine della legislatura. Il 14 giugno la Camera dei Deputati ha approvato in seconda lettura la proposta di modifica costituzionale finalizzata a inserire la pratica sportiva nella Carta attraverso l’articolo 32, a cui sarà aggiunto il seguente comma: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva”. Ora il testo è atteso al Senato per poi dover tornare di nuovo a Montecitorio.

Oltre al valore simbolico, la modifica avrà anche degli effetti concreti? Solo in parte secondo Luca Gori, professore di diritto costituzionale alla scuola superiore Sant’Anna di Pisa nonché consulente del Forum del terzo settore: “In sostanza, si dà una copertura esplicita a un valore che già implicitamente era presente nella Carta costituzionale”, il giudizio di Gori. “Quindi, si tratta più di un passaggio simbolico che altro. Si possono, però, fare una serie di osservazioni; per prima cosa, l’importanza del verbo riconoscere, che sottintende come l’attività sportiva sia connaturata all’essere umano e la Repubblica si limita a riconoscerla, non ad autorizzarla o cose del genere. Inoltre, la riconosce in tutte le sue forme, ovvero contemplando sia il versante professionistico (quindi lucrativo) sia quello dilettantistico, di promozione sociale”.

Per quanto riguarda gli effetti concreti, come accennato, non saranno dirimenti. Ma anche in questo caso è possibile fare alcune riflessioni, partendo dal ruolo del legislatore: “se riconosci che la pratica sportiva ha un valore educativo, sociale e non solo, tu legislatore sei chiamato a predisporre delle norme di promozione di questa attività. Non è che se non lo fai è prevista una sanzione, ma può essere uno stimolo in più per i governi”. In questo senso, quindi, tanto l’esecutivo nazionale quanto le regioni, che hanno un ruolo molto importante nello sport, potrebbero essere incentivate a porre in essere misure di tipo promozionale, come finanziamenti, agevolazioni, semplificazioni e altro.

L’effetto più marcato, tuttavia, si avrà probabilmente sul piano interpretativo, in quanto il riconoscimento potrebbe in qualche modo orientare l’interpretazione, magari di un giudice, che avrebbe un elemento in più per prendere la sua decisione.

Oltre al riconoscimento simbolico e a qualche effetto concreto, però, la norma porta in dote anche alcune criticità. Non tanto per la disposizione in sé, quanto per l’effetto a catena che si potrebbe generare: “in qualche modo, inserendo così lo sport in Costituzione, non ci si fida della capacità generativa della carta. Tutti sappiamo e riconosciamo il valore dello sport per la tutela della salute e della persona in toto, cosa che implicitamente faceva già la stessa Carta costituzionale. Un po’ come successo con l’ambiente. Il rischio che altre categorie, come teatro o musica, possano richiedere anche legittimamente lo stesso riconoscimento c’è”, conclude Gori.

L’approvazione alla Camera è stata comunque accolta con grande entusiasmo dal mondo della politica. Secondo la sottosegretaria Vezzali “è stato raggiunto un risultato storico e dimostrazione del fatto che lo sport è un valore universale, che è giusto che abbia dignità nella nostra Carta costituzionale”. “Questa riforma rappresenta la cornice indispensabile all’interno di cui iniziare a rafforzare nel concreto la cultura dell’attività sportiva”, è stato invece il commento dell’ex ministro dello sport Vincenzo Spadafora.

                                                               
Fonte: articolo pubblicato su Italia Oggi del 18 giugno 2022

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