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Sport, studi legali alla sfida delle nuove tecnologie
Prima parte

di Federico Unnia

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Campioni di calcio che cambiano casacca per cifre da record, il potere crescente dei procuratori; la rilevanza dei canali social per catturare tifosi planetari; investimenti faraonici per costruire impianti multiuso aperti 24 ore su 24 e fronteggiare la crisi strutturale di molte società.

E ancora, gli effetti del covid, e della guerra russo-ucraina, e le ricadute sugli eventi sportivi mondiali. E poi, il fenomeno degli e-sports che è ancora in cerca di regole. E’ questo il quadro nel quale un sempre maggior numero di studi legali decidono di investire per offrire una consulenza a 360° a sportivi e squadre, per intercettare necessità specifiche del settore.

“E’ ormai assodato come i principali canali di comunicazione dei club con i tifosi siano i social network. Le interazioni sulle pagine ufficiali di Instagram, Facebook, Twitter e Tik Tok rappresentano i più attendibili indici di appetibilità del club per sponsor e partner commerciali”, spiega Mattia Grassani titolare dello Studio Legale Grassani e Associati, esperto del settore.

“Appare evidente, dunque, che più un club è seguito (e attivo) sui social, più valore commerciale avranno i post promozionali. Chiaramente, anche in questi ambiti vige il principio “content is king”, pertanto è fondamentale un adeguato sviluppo dei contenuti per cui, spesso, il valore aggiunto è rappresentato dal coinvolgimento degli atleti, talvolta addirittura più seguiti delle società di appartenenza. In questo contesto, assume un rilievo determinante lo sfruttamento dei diritti d’immagine degli sportivi che, da qualche anno, sta rappresentando un asset significativo per le società, fino a pochi anni fa completamente trascurato”.

Con riferimento alle maggiori criticità che si presentano nella gestione dei contratti di acquisto di atleti, Grassani spiega: “I proventi derivanti dalla cessione dei diritti alle prestazioni sportive degli atleti costituiscono una delle voci di ricavo per i club, spesso la principale. Si richiede la massima attenzione nella predisposizione dei contratti di trasferimento, specie di carattere internazionale.

Se a livello interno i trasferimenti sono redatti prevalentemente su modulistica federale tipo e disciplinati dalla cosiddetta stanza di compensazione (che consente l’immediata copertura delle esposizioni economico-finanziarie dei club cessionari e la gestione dei pagamenti da parte della Lega), in ambito internazionale la disciplina è molto più elastica e manca completamente il sistema di garanzie.

In caso di inadempimento delle obbligazioni di pagamento incombenti sul club cessionario, il calciatore non può essere restituito alla società di provenienza, ragione per cui è necessario assicurare alla propria cliente l’incasso del corrispettivo pattuito. Occorre prestare attenzione agli obblighi previsti dalla normativa Fifa in materia di contributi obbligatori in favore dei club che hanno formato il calciatore da 12 a 23 anni, per i quali deve essere prevista una specifica disciplina ed effettuata una valutazione prognostica dell’incidenza di tali poste sul trasferimento”.

“La realizzazione di serie tematiche su singole società/squadre, specialmente per quelle che hanno una storia consistente, consentiranno di realizzare risultati economici interessanti, a patto che l’acquisizione dei relativi diritti sui tesserati non presentino costi elevati”, sottolinea Leandro Cantamessa Arpinati, professore a contratto di Diritto sportivo all’Università Statale di Milano e fondatore dello Studio Legale Cantamessa. “Se i contratti di lavoro sportivo non prevedono già prestazioni più ampie di quelle meramente atletiche (così quelli numericamente prevalenti in Italia), il costo dell’acquisizione dei diritti può rappresentare un ostacolo, qualora ai tesserati si richiedesse di far gli attori.

Diverso lo scenario, se le “serie” si limitassero a riprodurre brani di partite, i cui diritti possono ritenersi far già capo alle società di appartenenza: non mi pare però che, così ridotte, potrebbero ottenere un successo rilevante. Quanto al marketing in generale, possono valere le stesse considerazioni, anche se in realtà non mi pare che i canali digitali aprano prospettive significativamente differenti dagli strumenti già in uso”.

                                                               
Fonte: articolo pubblicato su Italia Oggi – Affari Legali del 14 marzo 2022

Seguirà la seconda parte dell'articolo.

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