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DAL MEDICO ALL'ALLENATORE
Attività sportiva e
sistema immunitario *


dott. Sergio Scarselli**

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    Lo stress fisico o psicofisico costringe l'organismo a sviluppare condizioni organiche di adattamento, provocando la liberazione di numerosi ormoni e attivando neuromediatori (endorfine, catecolamine, glucocorticoidi, ACTH ecc.) in grado di condizionare la funzionalità del sistema immunitario, oltre che di altri organi e sistemi. Le correlazioni tra condizioni psicofisiche da una parte e funzione immunitaria, sistema endocrino e sistema nervoso dall'altra sono mediate da fattori neuroendocrini.

Epidemiologia
Molti studi sono stati compiuti in ordine alle condizioni dinamiche del sistema immunitario di atleti sottoposti ad attività motoria intensa e protratta e, sebbene qualche responso si scosti da criteri di omogeneità e riproduttività, esiste oggi una vasta letteratura, sviluppatasi intorno agli anni '70, che comprova e avvalora la tesi di un'aumentata sensibilità alle infezioni negli atleti fortemente stressati a causa di imponenti e protratti impegni significativamente affaticanti.

Il riscontro di un peggioramento delle condizioni immunitarie si evidenzia per lo più nel periodo terminale della preparazione o addirittura nel corso della manifestazione agonistica, mentre quasi mai i fenomeni patologici si esprimono nelle fase iniziale della preparazione. Diverse patologie compaiono quando l'organismo, messo a dura prova dalla fatica, si rivela più vulnerabile a invasioni virali o batteriche e più sensibile a episodi infiammatori e degenerativi favoriti dalla sopravvenuta deficienza immunitaria che si manifesta dopo fatiche protratte.

Le manifestazioni cliniche sono rappresentate da infezioni di varia natura che ricorrono con grande frequenza, come lievi forme erpetiche, infezioni delle prime vie aeree, tonsillopatie, formazioni ascessuali, disturbi digestivi, sino a forme più gravi (toxoplasmosi o altre condizioni) a lenta risoluzione e con tendenza a recidivare.
La défaillance atletica si può manifestare non solo quando il quadro clinico della patologia risulta conclamato, ma anche durante il periodo di incubazione dell'affezione.

Modificazioni di parametri e funzioni proprie del sistema immunitario
La risposta del sistema immunitario all'esercizio fisico varia in relazione a diversi fattori condizionanti. Al riguardo, le risposte apparentemente discordanti offerte da alcuni autori dipendono, verosimilmente, dalla diversificazione delle condizioni di base esistenti al momento della ricerca, tra cui sono fondamentali la durata, l'intensità e la sistematicità dello sforzo fisico finalizzato, ancorchè adeguatamente modulato.

Un altro elemento importante da considerare è la fascia di età definita evolutiva, la cui delicatezza formativa non può sfuggire alle nefaste influenze esercitate da stimoli sportivi non pertinenti. Sono da considerare in questo ambito non solo i danni biologici prodotti allo stato di salute delle leve giovanili quando i carichi di lavoro eccedono le capacità di risposta fisiologica, ma anche le conseguenze derivanti da devianze apportate a un corretto assetto immunologico in relazione all'età.
Si ricordi che il sistema immunitario, comunque attivato, è sempre coinvolto da sollecitazioni di qualsivoglia natura provenienti dal mondo esterno (ma anche interno) che determinano modificazioni temporanee o perduranti dell'assetto funzionale del sistema immunitario.

Dando per accertato buone condizioni fisiche di base dello stato di salute dell'atleta, uno stato nutrizionale buono, in assenza di deficit attuali o recenti, un impegno nell'allenamento correttamente strutturato e con buoni rapporti con l'ambiente, l'atteggiamento funzionale assunto dal sistema immunitario in seguito a insulti atletici è condizionato massimamente dall'età del soggetto e dal grado di intensità e di durata dell'esercizio.
A fronte di una sollecitazione atletica di lieve o moderata intensità e di breve durata, si hanno alterazioni funzionali di scarso significato immunologico, presenti per breve tempo, che si affiancano a variazioni temporanee dell'omeostasi provocate dall'atletismo.

Questi eventi potrebbero essere visti come una reazione temporanea di adattamento per cui, scomparso o ridotto l'insulto atletico del momento, i processi provocati verrebbero rimossi dall'organismo, che non conserverebbe traccia dell'accaduto.
Totalmente diversa, e tale da destare seria preoccupazione, è la condizione assunta dal sistema immunitario (e dall'insieme dei fattori neuroendocrini) quando l'organismo è sottoposto a insulti atletici intensi, sia come quantità sia come qualità, e protraentisi nel tempo con ritmo costante.
Tali comportamenti atletici incidono pesantemente sulla funzionalità propria del sistema immunitario, che può andare incontro a gravi alterazioni. Rientrano nel fenomeno anche ripercussioni a carico del sistema nervoso e di quello endocrino, che sono intimamente connessi con il sistema immunitario.
Si realizza così un'immunodeficienza che si va man mano strutturando con il trascorrere del tempo e rappresenta la risposta all'insulto atletico sopra delineato. Tale evento biologico non è né rigido né provvisorio, ma si attua in maniera flessibile e duratura, attraverso risposte dinamiche inappropriate che sono in rapporto con l'intensità e la durata dello sforzo. In queste modulazioni sono verosimilmente da inserire anche influenze reciproche tra metabolismo muscolare e sistema immunitario. Relativamente a questo settore è da segnalare il complesso quadro della rabdomiolisi che colpisce frequentemente atleti sottoposti a fatiche estreme.

Stato attuale delle ricerche e prospettive future
Quando si cominciò a rivolgere l'attenzione sulla possibilità che l'immunodeficienza fosse un peculiare risultato connesso a un'attività sportiva intensa e protratta, la letteratura specifica su questo argomento era pressoché inesistente. Oggi, numerosi e dettagliati contributi scientifici vengono esposti da studiosi della materia, spesso anche con taglio estremamente specialistico.
Attualmente è disponibile una vasta bibliografia, anche se sono numerosissime le pubblicazioni con valore diseguale. Chi è mosso dalla voglia di "saperne di più" non solo deve fare attenzione alla serietà del materiale consultato, ma deve anche essere pronto a recepire i costanti aggiornamenti che a ritmo assai elevato vengono prodotti.

Attualmente il mare delle informazioni sull'immunodeficienza da attività sportiva è molto vasto e variegato. Si va da studi condotti su atleti sottoposti a basso o poco protratto e saltuario regime di sforzo talora con ricerche che privilegiano discipline sportive le quali, per naturale espressione atletica, difficilmente sono in grado di stressare il sistema immunitario, sino a ricerche intelligentemente connesse a prestazioni atletiche caratterizzate da sforzi intensi, protratti e continui.

Queste differenziate selezioni di target indicano che il lavoro attuale di riflessione e di ricerca è tutt'altro che concluso e che non è totalmente matura la matrice indagatrice. Una carenza vistosa del settore è la mancanza di attenzione per ciò che accade alle giovani leve quando sono impegnate con esasperati carichi di lavoro. Concludendo appare indubbio che l'immunodeficienza da attività sportiva intensa e protratta derivi dalla compromissione di numerosi fattori, attivanti o inibenti specifici settori implicati anche a più livelli, che operano in quel delicato mondo, sempre in equilibrio instabile, rappresentato dal sistema immunitario.

Fattori che influenzano la risposta del sistema immunitario all'esercizio fisico

  • Età del soggetto
  • Intensità dell'attività fisica
  • Durata dell'attività fisica
  • Sforzo fisico sistematico
  • Livelli ormonali plastici
  • Presenza di chitochine e metaboliti di derivazione esogena
  • Equilibrio idrosalino
  • Flusso ematico
  • Variazioni della temperatura corporea

Rabdomiolisi
La rabdomiolisi è una malattia acuta caratterizzata dalla distruzione delle fibre muscolari scheletriche, associata in rari casi a un eccessivo sforzo fisico. La mioglobinuria conseguente, specie in presenza di disidratazione acuta e anossia, può provocare necrosi tubulare acuta con insufficienza renale.

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*Goal 4 news - Ottobre/Dicembre 2002 - Ed. Ermes S.r.l. - Milano A cura del Comitato Medico Nazionale per lo studio dell'attività sportiva in età evolutiva - Federazione Italiana Giuoco Calcio, Settore Giovanile e Scolastico.

**Ass. Europea per gli studi di immunologia e sport - Pisa
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