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Principali dati per un’analisi
quantitativa del settore sportivo
e dei suoi scenari

(seconda parte)

di Lorenzo Gallotti

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È importante anche vedere su che cosa può contare il mondo sportivo italiano a livello di stampa. Caso unico al mondo, l’editoria italiana sportiva propone tre quotidiani interamente dedicati allo sport. A questi vanno aggiunti circa 350 periodici che si occupano delle varie discipline sportive. Al Giro d’Italia, solo per la carta stampata, sono presenti oltre 130 testate giornalistiche, più di dieci agenzie di stampa, circa 250 giornalisti, 75 fotografi. Le tirature medie di tutti i quotidiani sportivi superano abbondantemente il milione di copie al giorno, che tendono quasi a raddoppiare il lunedì.

Riguardo la programmazione sportiva nei media, un solo dato può essere significativo: circa il 40% del palinsesto dei più importanti canali televisivi è di natura sportiva. All’estero è facile sintonizzarsi su alcuni canali che trasmettono solamente sport. Ma quello che si vede in televisione è solo una piccolissima parte dell’iceberg. A occhio e croce almeno due terzi delle trasmissioni radiotelevisive sportive riguardano le nove partite del campionato di calcio di serie A, ma, per limitarci a questo sport, ogni domenica hanno luogo, in Italia, 16.000 partite.

Confortanti, almeno per certi aspetti, sono i dati relativi agli impianti sportivi. In Italia sono circa 120.000. L’impiantistica sportiva italiana, quantitativamente, ha fatto notevoli passi in avanti. Infatti dal 1961 al 1979 l’aumento è stato del 30%, mentre dal 1979 al 1989 è stato del 164%1.
Alla crescita impiantistica hanno contribuito alcuni fattori strutturali, come l’attribuzione delle competenze sportive alle Regioni e l’invito pressante rivolto ai Comuni di “spendere per lo sport”. Ma nel Mezzogiorno è situato soltanto il 20% degli impianti. Il 56% delle strutture non è mai stato omologato dagli organismi sportivi nazionali; solo il 10% degli impianti sportivi è attrezzato con servizi per portatori di handicap, come spettatori o come atleti; le grandi città (Roma, Milano, Torino, Napoli, Genova, Palermo) registrano medie al di sotto di quella nazionale.

La percentuale degli impianti-base (piscine, palestre) non funzionanti o aventi stato di conservazione insufficiente raggiunge valori considerevoli, specie nelle regioni del Mezzogiorno.
In generale le spese per assistere a manifestazioni sportive in Italia risultano molto sostenute. Al botteghino dello sport ogni italiano spende, in media, dagli 8 ai 9 euro all’anno. Le città più entusiaste sono Parma e Bologna, con circa 32 euro a testa2. Le più econome sono Isernia e Vibo Valentia, i cui abitanti spendono circa 40 centesimi a testa all’anno. Le spese per lo sport superano quelle sostenute per il grande schermo: anche qui la città leader è ancora Bologna, con circa 18 euro all’anno. Lo sport batte anche gli spettacoli da palcoscenico, intesi come spettacoli teatrali e musicali: qui troviamo in testa Verona, con circa 31 euro annui, ma il peso dell’Arena pare determinante.

Il botteghino dello sport non cammina di pari passo con le spese pro capite sostenute per altre voci relative al tempo libero. Ad esempio, per quanto riguarda la ricerca della forma fisica, la città italiana con un maggior numero di palestre, quasi 23 per ogni 100.000 abitanti, è Reggio Emilia. All’ultimo posto Vibo Valentia, con tre. Se si guarda alle associazioni artistiche, culturali e ricreative, al primo posto c’è Firenze, con 95 associazioni ogni 100.000 abitanti. Bologna è solo al venticinquesimo posto, mentre il fanalino di coda in questo campo è Crotone, con 18 associazioni ogni 100.000 abitanti.

Se infine si prende in considerazione il numero delle librerie, la città che in Italia è in testa alla classifica, con 18 librerie ogni 100.000 abitanti, è Grosseto (capoluogo che però non figura nei primi 50 al botteghino dello sport), seguita da Rimini e Aosta. Bologna, la città che per lo sport spende di più, è solo sesta, con 13 librerie ogni 100.000 abitanti. Parma è addirittura venticinquesima, con meno di 10 librerie ogni 100.000 abitanti. Sempre ultima è Vibo Valentia.

Un’attenzione particolare va riservata anche al mondo della tifoseria. Tale fenomeno si è organizzato agli inizi degli anni sessanta, raggiungendo via via dimensioni sempre più importanti. Ad esempio, in Italia e all’estero esistono circa 1400 Milan Club. Quasi 400 si concentrano in Lombardia.

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NOTE
1) Fonte: ISTAT
2) Fonte: pubblicazioni del CONI in merito alla situazione degli impianti sportivi italiani.


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