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L'evoluzione degli impatti infrastrutturali
delle Olimpiadi invernali (quinta parte)


dott.ssa Sara Bassani

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Quarta fase, 1984 – 2002: trasformazioni di larga scala
La quarta fase appare caratterizzata dall’ulteriore e più significativo aumento della partecipazione ai Giochi invernali. Circa 2400 atleti hanno preso parte ai Giochi di Salt Lake City nel 2002 (2500 se ne aspettano per Torino 2006).
L’accoglienza di un gran numero di operatori dei media è divenuta anch’essa un’importante sfida infrastrutturale. Dopo il 1988, sono divenuti necessari due o più villaggi olimpici per accogliere gli atleti nei pressi delle sedi delle competizioni e distinti villaggi per i media. I profitti da diritti televisivi erano divenuti una fonte importante di reddito già dopo il 1960, anche se gli aumenti più significativi si sono verificati dopo il 1980. I diritti televisivi sono passati dai 91,5 milioni di dollari del 1984 ai 545 milioni del 2002.

Queste maggiori entrate hanno contribuito in parte alle spese di trasformazione urbana su più vasta scala. Pertanto, il ruolo dei Giochi invernali come strumento per assicurare importanti modificazioni strutturali e la modernizzazione urbana si è rafforzato. I Giochi di Sarajevo nel 1984 sono stati colti dal governo come un’opportunità per riqualificare la città. La motivazione dei Giochi di Calgary del 1988 e di quelli di Lillehammer del 1994 è stata quella di agire da stimolo per rianimare l’economia locale.

L’aumento delle dimensioni dell’evento ha reso necessario anche un più formale riconoscimento dei problemi ambientali nella pianificazione e nello sviluppo delle infrastrutture a esso connesse. L’inserimento di nuove strutture in ambienti fragili, così come l’utilizzo di sostanze chimiche per la creazione delle condizioni idonee alle competizioni, è divenuto un problema importante nella preparazione delle Olimpiadi invernali (ma anche di quelle estive). Ciò ha spinto il CIO ad aggiungere un impegno ambientale al suo statuto e ha stimolato Sydney, l’organizzatrice dei Giochi estivi del 2000, a fare dello sviluppo sostenibile il tema centrale delle fasi di preparazione. I candidati ai Giochi invernali del 2002 sono stati i primi cui è stato richiesto di descrivere i loro piani ambientali nel documento di candidatura.

Conclusioni
Gli impatti delle implicazioni infrastrutturali dei Giochi invernali sono strettamente connessi alla dimensione della popolazione delle città organizzatrici. I Giochi estivi coinvolgono circa cinque volte il numero di atleti e dispongono di profitti televisivi quasi doppi rispetto ai Giochi invernali. Proporzionalmente, tuttavia, vi è una minor differenza tra le infrastrutture richieste dai due eventi alle località ospiti. Entrambi richiedono impianti sportivi nuovi o ristrutturati, investimenti in trasporti e strutture alberghiere e altre spese necessarie per facilitare il tranquillo svolgimento dell’evento.

L’eredità di quest’investimento può essere particolarmente problematica per gli organizzatori dei Giochi invernali che solitamente si appoggiano su comunità più piccole, non necessariamente dotate della capacità di finanziare e di “dirigere e assimilare” i nuovi importanti sviluppi o le reti di trasporto. Inoltre, non sempre le località ospiti possiedono un livello di domanda tale da rendere proficui i nuovi investimenti nel lungo periodo.
Benché il modello di finanziamento adottato dagli organizzatori dei Giochi cambi, gli investimenti del settore pubblico sono spesso essenziali, in particolar modo per i Giochi invernali.
La domanda che nasce da queste osservazioni è se gli investimenti connessi alle Olimpiadi soddisfino le attese degli organizzatori e producano lasciti vitali e di valore per le popolazioni ospiti.
I Giochi Olimpici invernali possono incentivare la costruzione o ristrutturazione di stadi e strutture sportive, il miglioramento delle strutture alberghiere, lo sviluppo di una moderna infrastruttura di trasporto e la creazione di una nuova immagine globale per il centro organizzatore. Questi miglioramenti possono avvenire al prezzo di enormi costi, non considerando l’eredità di lungo periodo o la gestione degli impianti al termine dei Giochi. Alcune strutture specifiche per i Giochi invernali, come i trampolini da sci e le piste di bob, sono caratterizzate da un limitato uso locale o turistico, essendo adeguate soltanto per le competizioni internazionali.
La progettazione iniziale delle strutture deve perciò considerare tanto l’utilizzo di lungo periodo quanto la praticabilità di un uso plurimo.

I benefici economici dell’organizzazione dei Giochi invernali possono essere anche inferiori rispetto alle attese. Le Olimpiadi hanno dei “costi – opportunità” che possono posticipare o eliminare altre forme d’investimento.
Senza prospettive di lungo periodo, nessuna località organizzatrice può pensare di ottenere benefici futuri semplicemente assicurandosi il diritto di organizzare le Olimpiadi. Benefici di lungo periodo possono essere ottenuti soltanto attraverso strategie urbane attentamente integrate. I Giochi più riusciti, da un punto di vista infrastrutturale, sono stati quelli che hanno seguito un progetto di sviluppo di lungo periodo connesso a importanti programmi d’investimento e rinnovamento che non sono dipesi esclusivamente dalle Olimpiadi per la loro realizzazione. Questo principio può essere applicato anche a specifici investimenti, quali strutture sportive, alberghiere e di trasporto.

L’investimento in tutte le strutture deve essere sostenibile nel lungo periodo e deve considerare, ove possibile, appropriati usi plurimi.
L’«effetto olimpico» può essere massimizzato qualora i principali siti olimpici siano concentrati in una parte specifica dell’area urbana. Questa strategia ha il risultato di concentrare spazialmente l’impatto del rinnovamento, riducendo i problemi nei trasporti e nei servizi di sicurezza e assistenza sanitaria; tuttavia, questi benefici sono meno alla portata dei centri più piccoli, specialmente per le Olimpiadi invernali, che devono articolarsi su un’ampia area per fornire una gamma di ambienti adeguati ad ospitare le varie competizioni, per assicurare una fattibilità finanziaria e per produrre il desiderato stimolo allo sviluppo regionale.
Le occasioni per il coinvolgimento e la partecipazione pubblica in tutte le fasi di preparazione delle Olimpiadi dovrebbero essere sempre colte al fine di mobilitare l’appoggio locale all’evento e per assicurare, nel lungo periodo, un uso appropriato delle infrastrutture.
Una sfida chiave per gli organizzatori delle Olimpiadi è quella di garantire un attraente e coinvolgente festival sportivo, assicurando nel contempo anche una positiva eredità di lungo periodo.

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