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Un modello di settore giovanile:
l'A.S. Savio Calcio (seconda parte)

A cura del prof. Eugenio Toti* e del suo Staff
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    La scuola calcio del Savio conta circa 300 allievi dai primi calci ai giovanissimi sperimentali sotto età. Nell'arco di poco più di un decennio circa 100 ragazzi, cresciuti e formati in questa scuola calcio, sono approdati nei settori giovanili di società professionistiche.
I risultati raggiunti sono frutto di un paziente lavoro di programmazione e di un progetto didattico altamente avanzato.
L'attività è svolta sul campo da uno staff di istruttori qualificati e costantemente aggiornati grazie a corsi di formazione che vengono organizzati ogni anno. L'avere acquisito la qualifica di "Centro pilota regionale" della Federazione conferma la validità del nostro modello e dei principi ispiratori che ne sono alla base.
Un maggiore impegno nei confronti dell'attività di base e delle squadre giovanili, vorrebbe dire formare giocatori d'alto livello evitando una parte degli investimenti miliardari che si fanno oggi sul mercato internazionale. Maggiore impegno significa prima di tutto migliorare il personale docente.

Calciatori si nasce o si diventa? Chi fra gli operatori del settore non si è posto almeno una volta questo problema?
Siamo certi che ogni bambino possieda un patrimonio ereditario attitudinale che puntualmente affida in mano all'adulto. Nel settore giovanile l'istruttore ha questa grande responsabilità poiché è mediante la qualità dei suoi metodi, delle conoscenze teorico-scientifiche e la qualità dei contenuti delle attività proposte che potrà materializzare il disegno genetico in possesso di ogni piccolo calciatore e soddisfare quindi richieste e aspirazioni.
Il ruolo dell'istruttore è fondamentale. Egli ha a disposizione un "materiale" molto sensibile, per cui risponde positivamente solo a determinate sollecitazioni.
L'istruttore deve essere un esperto di scienze motorie, deve avere una solida base psico-pedagogica, saper organizzare e programmare l'attività didattica e scegliere la metodologia più appropriata per portare avanti le proprie idee.
Nel nostro staff, composto di "allenatori di base", abbiamo laureati in scienze dell'educazione motoria, preparatori atletici diplomati a Coverciano, esperti programmatori per ogni fascia di età.

Ora proverò a descrivere i contenuti del modello didattico e metodologico dell'A. S. Savio.
Posso affermare che lo sport giovanile, se affrontato seriamente, è un fenomeno complesso, così come tutti gli altri aspetti o momenti di vita sociale.
È bene richiamare delle analogie che determinano il nostro modello di vita quotidiano. Ad esempio, a scuola come all'università, c'è un piano di studio che predispone delle materie da affrontare e degli esami da sostenere. Uno studente di medicina non può sostenere l'esame di chirurgia se non ha già superato quello d'anatomia. Allo stesso modo, nel calcio giovanile è necessario porsi queste tre macro questioni:
A) quale pianificazione?
B) quale programmazione?
C) quali obiettivi?


A) Pianificazione

1) Le risorse
Risorse strutturali (campi, palestra, sala medica, sala fisioterapeutica, etc.). Consideriamo l'ampia articolazione del settore giovanile dell'A.S. Savio. Esso è così strutturato:
una scuola calcio con 300 iscritti, un settore di pre-agonistica e un settore agonistico, il tutto fa sì che la società per la stagione 2003/2004 ha iscritto ai vari campionati la bellezza di 17 squadre.
La necessità di assicurare agli atleti la massima fruizione delle risorse del centro ha generato una sorta d'ordinamento e dei criteri generali cui attenersi:
a) articolazione dei giorni e degli orari degli allenamenti, in modo da rendere massimo l'impiego giornaliero delle strutture;
b) in caso d'insufficiente disponibilità delle strutture, concedere la precedenza alle squadre più importanti;
c) cercare, nei limiti del possibile, di assicurare a tutti la fruizione delle stesse risorse anche se in maniera ridotta.

2) Formazioni delle squadre
Riportiamo qui di seguito alcuni elementi da tenere in considerazione per la formazione delle squadre:
nella Scuola Calcio si formano dei gruppi di lavoro secondo:
a) età degli allievi;
b) capacità degli allievi.

Per capacità s'intendono quelle: coordinative, condizionali, tecniche, psichiche, fisiche, caratteriali e comportamentali.

Ad inizio corso si suddividono i bambini per gruppi omogenei, mediante una valutazione dei dati prodotti con i cosiddetti test d'ingresso. Questo permette di creare un'omogeneità dei livelli di apprendimento nei gruppi, facendo crescere i bambini in modo graduale e mettendo gli stessi allievi a loro agio.
Ogni tre mesi i gruppi che si formano vengono nuovamente verificati e riorganizzati in modo da garantire la costante omogeneità dei contesti lavorativi (gruppi aperti). A questo proposito è importante gestire con abilità le dinamiche che ne potrebbero scaturire, vale a dire: comportamento nel gruppo, traumi psicologici dovuti ai processi di socializzazione e quant'altro.

Per la Pre-Agonistica: Esordienti ultimo anno; Giovanissimi Sperimentali sotto età. Creazione di più gruppi della stessa fascia d'età, con i criteri precedentemente espressi. Dar modo agli allievi di completare la loro fase evolutiva per essere valutati dalla società senza riserve ed errori.

Per l'Agonistica: Giovanissimi Regionali, Giovanissimi Coppa Lazio, Allievi Coppa Lazio, Allievi Regionali, Juniores Regionali.
Valutazione, da parte della società, di chi è idoneo al giuoco del calcio, in tutte le sue componenti: tecniche, tattiche, condizionali, caratteriali, ecc.

3) Criteri per l'assegnazione dei docenti (Istruttori - allenatori) alle squadre
Troppo spesso girando per i numerosi campi di periferia, capita di notare tanti pseudo allenatori che, pur di mettersi in mostra, calpestano quella che dovrebbe essere l'etica sportivo-educativa, oltre che tecnica, da trasmettere ai propri allievi.
Questo ruolo, sempre più ricco d'oneri che d'onori, è di fondamentale importanza per la crescita psico-fisica del giovane calciatore. Negli ultimi tempi è notevolmente aumentata la consapevolezza della funzione educativa dello sport e questo comporta la maggiore necessità di persone altamente qualificate, sia dal punto di vista tecnico che da quello psico-pedagogico, da inserire nell'organico societario.
La responsabilità degli allenatori, dunque, non si ferma al solo risultato sportivo. Per questo motivo l'A.S. Savio Calcio sta cercando, attraverso un accurato studio, di individuare quali possono essere le caratteristiche principali che deve possedere un valido allenatore di settore giovanile.

Educatore - Saper educare attraverso lo sport significa: saper utilizzare lo sport come strumento per raggiungere alcuni obiettivi (miglioramento della prestazione calcistica, allontanamento dai malesseri generazionali causati dalla troppa sedentarietà, formare il futuro cittadino tramite l'educazione al Fair Play). Nasce spontanea la considerazione che prima di poter trasmettere tali nozioni un allenatore deve possederle nel suo bagaglio culturale. Si è notato, nel corso degli anni, che la figura professionale più rispondente a questa realtà è l'insegnante di educazione fisica.

Dimostratore - Altra caratteristica fondamentale è quella di poter fare affidamento su un vissuto d'esperienze calcistiche utile a capire e risolvere problemi legati a tutta la sfera che circonda il giovane calciatore. La capacità di illustrare e spiegare un gesto tecnico con estrema semplicità e chiarezza, oltre ad essere importante per l'apprendimento imitativo dell'allievo, accresce l'autorevolezza dello stesso allenatore.

Pedagogo e psicologo - Conoscere la pedagogia e la psicologia aiuta spesso a trovare le giuste chiavi per entrare nelle complesse personalità dei giovani di questa età. Valorizzare gli interventi degli allievi durante mini riunioni nello spogliatoio è fondamentale per far sentire tutti, bravi e meno bravi, parte del gruppo e utili alla causa della squadra.

Insegnante - Deve saper trasmettere le proprie conoscenze facilitando l'apprendimento di tutti gli allievi attraverso l'utilizzo di metodologie chiare che tengano sempre in considerazione le variabili dell'apprendimento stesso. L'insegnante deve essere un attento osservatore, dentro e fuori del campo. Inoltre non deve mai smettere di aggiornarsi, mettendosi periodicamente in discussione mediante costruttive autocritiche.

Forte personalità - Deve possedere una personalità autorevole, tale che i ragazzi riconoscano in lui una guida capace di accompagnarli nei loro miglioramenti quotidiani sia dal punto di vista tecnico che comportamentale.


Nella ricerca dei docenti, un capitolo a parte merita l'assegnazione degli stessi alla Scuola Calcio.
I bambini che vanno dai cinque agli otto anni devono lavorare con Istruttori diplomati ISEF o IUSM. Dai nove anni ai dodici anni dovrebbero essere utilizzati Istruttori ISEF o IUSM che hanno svolto il corso di "Istruttori giovani calciatori" o meglio ancora, corsi di "Allenatori di Base".
Venendo a mancare queste figure, si può ricorrere alla presenza di allenatori di base o istruttori di giovani calciatori solo dopo colloquio, per evidenziarne le conoscenze della materia grazie a dei pre-requisiti di base.

Mi permetto di elencare alcuni tratti della personalità di un istruttore positivo: fiducia in se stesso, mentalità elastica, disponibilità verso gli altri, leadership, buon livello culturale, profonda conoscenza di se stesso, buone capacità comunicative, buona intelligenza emotiva, capacità empatica, curiosità verso il nuovo.
E' sottinteso, tra l'altro, che tutti gli addetti ai lavori debbono avere maturato, a seconda delle fasce d'età, vari gradi d'esperienza.


B) Indicazioni relative alla programmazione didattica e metodologica
Il modello Savio Calcio prevede l'instaurarsi di un clima di collaborazione tra i docenti. In questo modo, tra l'altro, è possibile migliorare il lavoro interdisciplinare consentendo l'interconnessione dei saperi delle diverse persone e favorire, in tal modo, l'apprendimento.
Le metodologie da impiegare, i contenuti, i tempi di apprendimento, i metodi di verifica, i criteri di valutazione saranno oggetto di discussione nelle riunioni dei docenti. Nelle stesse riunioni sarà affrontato il lavoro della programmazione.

Si propone il seguente itinerario operativo:

PRIMA FASE (mese di settembre)
Riunione degli istruttori per l'analisi dei corsi e per individuare gli obiettivi del settore giovanile tenendo conto dell'ambiente in cui si opera. Il gruppo d'istruttori si articolerà quindi in sottogruppi, ciascuno dei quali affronterà il lavoro di programmazione delle singole squadre.
Al termine di questa fase ogni "settore" dovrà produrre un documento in cui siano indicate, in linea di massima, per ogni squadra:
a) le scelte educative-formative, gli obiettivi generali e specifici;
b) la suddivisione del programma in moduli con l'indicazione dei contenuti e la suddivisione in unità didattiche.

SECONDA FASE (mese di settembre)
Con le stesse modalità precedenti, si formeranno gruppi di lavoro con il compito di definire un'articolazione operativa in cui, per ogni gruppo, siano di massima indicati:
1) gli obiettivi;
2) i contenuti;
3) i prerequisiti;
4) i mezzi e le risorse da predisporre;
5) la metodologia da impiegare;
6) una suddivisione temporale di presentazione degli argomenti con l'indicazione del tempo previsto;
7) il tipo di verifica da impiegare con l'indicazione del tempo richiesto.

TERZA FASE
Riunione per l'approvazione della programmazione e degli obiettivi. Verifica dei moduli da parte d'ogni gruppo docente e dei singoli docenti. Consegna della documentazione nei tempi stabiliti.


C) Obiettivi della Società
Uno dei più importanti argomenti in una società calcistica è l'elaborazione di un progetto altamente professionale, per un rapido sviluppo dei seguenti punti:
- favorire lo sviluppo del calcio giovanile al suo interno;
- stabilire la metodologia per la formazione degli allenatori;
- favorire lo scambio di esperienze e di conoscenze tra gli allenatori;
- stabilire una didattica e una metodologia di lavoro che accomuni tutto il settore giovanile.

Formazione del calciatore
- Formare il calciatore per la prima squadra;
- formare il calciatore per le squadre regionali (obiettivo a medio - lungo termine);
- riguardo l'aspetto Fisico - Atletico, si privilegiano i giocatori con prospettive calcistiche;
- riguardo l'aspetto Tecnico, si programma l'insegnamento della Tecnica calcistica in tutte le sue componenti tecniche;
- riguardo l'aspetto tattico, il gioco di squadra deve esaltare l'espressione del gesto tecnico;
- formazione aperta (turn over), intercambiabilità dei ruoli.

Ricerca dei criteri di gioco, in ambito giovanile
Bisogna essere orientati alla formazione del calciatore, mediante i seguenti presupposti:
- cultura del possesso di palla finalizzato;
- tutti i giocatori toccano spesso la palla in situazione di gara;
- ricerca del gioco in ogni zona del campo;
- i difensori costruiscono il gioco;
- la manovra viene preparata dal basso anche attraverso la circolazione della palla;
- cambiare fronte di gioco con frequenza;
- i centrocampisti si propongono per ricevere la palla dai difensori per poi leggere il gioco e mettere in azione gli attaccanti;
- gli attaccanti si smarcano anche venendo in appoggio ai centrocampisti per far giocare la squadra.


Due figure di alto livello
Nel nostro settore giovanile sono state inserite due figure professionali di grande spessore:
a) il preparatore coordinativo;
b) il maestro di Tecnica.

Il preparatore coordinativo ha il compito di sviluppare e recuperare le abilità coordinative degli allievi, inserendo nelle unità didattiche (sedute d'allenamento) una parte specifica dedicata allo sviluppo dello schema corporeo e motorio di base. Questa figura professionale ha il compito di programmare annualmente un lavoro specifico per lo sviluppo coordinativo e motorio, per le varie fasce d'età. Questo lavoro va inserito all'inizio dell'attività (seduta d'allenamento).

Il maestro di Tecnica ha il compito di sviluppare la componente tecnica: tecnica individuale, tecnica applicata senza avversario, tecnica applicata con avversario, tecnica in velocità, tecnica applicata nelle situazioni di gioco, ecc.

Per concludere questa dissertazione, con l'auspicio che possa essere di aiuto a tutti gli operatori del settore, si può dire che una società sportiva ambiziosa, sia professionistica che dilettantistica, non può esimersi dal possedere un settore giovanile importante, che possa produrre dei calciatori per il futuro. Il vivaio costituisce una base fondamentale da inserire nel tessuto connettivo della società sportiva.



Articolo correlato: Un modello di settore giovanile: l'A.S. Savio Calcio (prima parte)


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*Eugenio Toti: 45 anni, è professore di educazione fisica e allenatore di base della F.I.G.C. - Federazione Italiana Giuoco Calcio. Da più di 20 anni si occupa di attività di base nel settore giovanile e da 14 anni ricopre la carica di Responsabile della Scuola Calcio della A.S. Savio.

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