Home | Contattaci | Newsletter | Pubblicità | Collabora | Chi siamo
CANALI

Diritto Sportivo
Marketing Sportivo
Comunicazione & Sport
Sport & Management
Economia dello Sport
Sport & Organizzazione
Sport & Tecnologia
Psicologia/Medicina sportiva
Sport & Wellness
Storia dello Sport
Impiantistica sportiva
Aspetti fiscali
Area Tecnica


I finanziamenti per lo
    Sport: chi, dove e come
Modulistica
Articoli pubblicati


Sport & Organizzazione News
La stampa
L'opinione di...
Le interviste di Sporteasy
Calendario Eventi
Lavoro & Stage
La vostra Tesi
Pubblicate un articolo
Link utili
Lo sapevate che...
L'angolo del tifoso


SERVIZI
A domanda...
      Sporteasy risponde
Ricerche bibliografiche
Sviluppo e revisione di
      Tesi in materia sportiva
Altri servizi


CORSI DI FORMAZIONE
Master
Corsi online
Corsi di perfezionamento
Convegni, seminari e
       iniziative varie


Un modello di settore giovanile:
l'A.S. Savio Calcio (prima parte)

A cura del prof. Eugenio Toti* e del suo Staff
Indietro

    Nel calcio da anni si sta facendo sempre più impellente la necessità di avere dei chiari indirizzi programmatici sui quali costruire le società di settore giovanile.
L'andare avanti senza una meta, senza obiettivi e dei mezzi idonei per realizzarla è sicuramente la prima cosa da evitare in una società calcistica, sia dilettantistica che professionistica.
Programmare vuol dire progettare una strada da percorrere: le tappe intermedie, i mezzi da utilizzare, gli strumenti per verificare la qualità e la quantità del percorso effettuato.

Da queste riflessioni scaturisce la necessità di stabilire dove una società vuole andare e soprattutto che tipo di strategie intende mettere in moto per rendere concreti i suoi piani.
Il significato della programmazione, quindi, deve essere visto in funzione del raggiungimento di obiettivi preventivamente stabiliti, compatibilmente con i mezzi di cui dispone la società e la realtà esterna nella quale è inserito il sodalizio sportivo.

E' fuori discussione che diverrebbe troppo complicato, ed anche inopportuno, stabilire dei modelli di programmazione troppo rigidi per le società sportive che - non dimentichiamoci - vivono in buona parte sul volontariato e non su strutture imprenditoriali ben definite.
Le tappe di un elementare processo di progettazione e programmazione per una società calcistica di settore giovanile, a mio avviso, devono essere:

A) contesto sociale dove opera la società;
B) definizione degli obiettivi generali;
C) definizione degli obiettivi specifici;
D) quantificazione degli obiettivi specifici e generali;
E) approvazione;
F) valutazione.

A) La valutazione della situazione economica, demografica e sociale è un aspetto da considerare con grande attenzione.
Conoscere il numero delle società calcistiche che gravitano nel nostro bacino d'utenza, il numero di praticanti e soprattutto le strutture presenti e attive nel territorio (campi, palestre etc.) agevola il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

B) Per definizione degli obiettivi generali s'intendono le linee strategiche che vuole perseguire la società.
Gli obiettivi generali definiscono, in pratica, la filosofia della società. In passato le società erano improntate sul principio dell'agonismo esasperato. L'importante era il risultato e, se si riusciva, la vendita di qualche "giocatorino" a società professionistiche.
Oggi le società calcistiche che nel loro interno hanno un settore giovanile, devono privilegiare la filosofia dello strumento calcio come mezzo formativo in tutti i suoi elementi.

C) Gli obiettivi specifici possono essere di natura tecnica, tattica, organizzativa e finanziaria. Tra questi si annoverano, ad esempio, la vittoria di un campionato, l'iscrizione ad un torneo regionale, la valorizzazione del proprio settore giovanile, la ricerca e la valorizzazione dei talenti, la formazione e la valorizzazione degli istruttori-allenatori, la ricerca e sperimentazione di una didattica e di una metodologia che accomuni l'intero settore giovanile, l'interscambiabilità tra i componenti dello staff tecnico, l'acquisizione di sponsor per una maggior crescita economica.

D) La quantificazione deve essere legata alle reali potenzialità della società, in particolare alle risorse umane ed economiche. Mai porsi degli obiettivi irrealistici che si rivelano, nella maggior parte dei casi, impercorribili.
La scelta dei tecnici e la solidità economica sono obiettivi specifici di fondamentale importanza per affrontare le molteplici attività di un settore giovanile.

E) Una società sportiva deve essere definita come un gruppo di persone motivate e unite dalla stessa filosofia professionale, che lavorano insieme per il raggiungimento di obiettivi comuni.
La condivisione degli obiettivi è la regola principale per il raggiungimento degli stessi. Le ostilità nel gruppo creano tensioni a volte insanabili. Per questo motivo è necessario dividere compiti ed incarichi evitando sovrapposizioni di ruoli che, a medio-lungo termine, non farebbero altro che determinare inutili incomprensioni e danneggiare la società.

F) La valutazione del lavoro svolto deve rappresentare un momento ben preciso nella realtà di una società.
E' bene programmare più riunioni con i massimi esponenti della società nell'arco della stagione, in modo da permettere una valutazione progressiva (step by step) dell'operato ed eventualmente correggere quelle strategie che si sono rivelate poco efficaci rispetto agli obiettivi prefissati.
La valutazione complessiva finale va effettuata a fine ciclo. I cicli devono essere pluriennali di due - tre - cinque anni (obiettivi a medio e lungo termine).


Struttura ed organizzazione societaria
Il settore giovanile non deve essere considerato una piccola repubblica indipendente nell'organizzazione della Società. Deve avere una gestione economica indipendente ed una propria autonomia tecnica, ma non deve essere avulsa dal contesto societario generale.
Una più ampia autonomia potrà essere concessa alla Scuola Calcio di Base, per i ragazzi dai 6 ai 12 anni.

Il principio dominante per il Settore Giovanile di una società di calcio è quello di: "Preparare giovani calciatori per le proprie squadre più rappresentative, in particolare per la prima squadra, e calciatori da avviare a società dilettantistiche, semi-professionistiche e professionistiche".

E' ovvio che come conseguenza di un buon lavoro con i giovani arriveranno necessariamente anche i risultati di prestigio per la Società, ma questi non dovranno mai essere anteposti al ruolo formativo che deve avere il settore giovanile.


Fig. 1) Le interazioni di una società


La prima caratteristica di una struttura sociale che intende porsi con continuità l'obiettivo dell'efficienza è quella di essere stabile nel tempo.
Infatti, solo operando per un determinato periodo nella stessa direzione e con gli stessi uomini si potranno utilizzare al meglio le risorse umane ed economiche che una società ha a disposizione.


Fig. 2) L'organigramma di una società

L'organizzazione del settore giovanile riveste vitale importanza nella vita di una società, perché consente di fronteggiare tempestivamente le problematiche che si presentano nel corso della stagione.
La professionalità e le doti umane di coloro che operano nel settore giovanile (dirigenti, allenatori, ecc.) devono essere oltre che un punto di partenza, un punto fermo; chi opera nel settore giovanile ricordi sempre che il tutto deve essere finalizzato alla crescita della persona, presupposto fondamentale per ottenere anche buoni calciatori.

Questo breve ma necessario preambolo ci avvicina gradualmente alla creazione di un modello societario di settore giovanile che abbia alla base una pianificazione, una programmazione e una ricerca costante di obiettivi miranti alla formazione di un profilo altamente professionale.
In genere questo profilo si realizza in una società professionistica, ma con i necessari ausili e aggiustamenti può concretizzarsi anche in una società di settore giovanile dilettantistico.

Parleremo di questo e di altro nella seconda parte dell'articolo.



Articolo correlato: Un modello di settore giovanile: l'A.S. Savio Calcio (seconda parte)


Home page                                            Sommario

*Eugenio Toti: 45 anni, è professore di educazione fisica e allenatore di base della F.I.G.C. - Federazione Italiana Giuoco Calcio. Da più di 20 anni si occupa di attività di base nel settore giovanile e da 14 anni ricopre la carica di Responsabile della Scuola Calcio della A.S. Savio.

Home | Contattaci | Newsletter | Pubblicità | Collabora | Chi siamo

Tutti i diritti Riservati - Legge privacy - Copyright - ©2002 - Sito ottimizzato per Internet Explorer.