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Le Societa' di calcio verso il terzo millennio
e la diversificazione dei ricavi

Quinta parte


di Fernando Tasciotti

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La diversificazione dei ricavi
A mio avviso il quesito a cui le società di calcio dovranno riuscire a trovare una risposta è: la crescita dei ricavi terrà il passo della crescita degli ingaggi?
E’ chiaro che l’andamento dei costi operativi stia notevolmente aumentando a tassi superiori a quelli del valore della produzione e come gli incrementi degli ingaggi stiano completamente assorbendo le nuove entrate, provocando gravi squilibri sul piano operativo e finanziario. L’interrogativo, comunque, non è di poco conto se si fa una semplice considerazione: in questi ultimi anni l’industria calcio è cresciuta e crescerà, grazie soprattutto all’esplosione della TV digitale, a ritmi di sviluppo da primato, ma senza un’adeguata attenzione ai costi; i diritti televisivi hanno mostrato un andamento di crescita esplosivo ma adesso, salvo sorprese, resteranno bloccati per altri anni; gli incassi da gara continuano a mostrare un andamento piuttosto costante.
Non rimane che concludere che, o le società riusciranno a trovare soluzioni per raffreddare la pressione inflazionistica sui salari, o il sistema potrebbe anche andare incontro al fallimento.

Andamento del campionato serie A in miliardi di vecchie lire



Il quadro sinora disegnato può sembrare piuttosto pessimistico. L’intento personale non era quello di presagire un futuro nero al calcio italiano, bensì quello di richiamare l’attenzione sui problemi che rischiano di far saltare economicamente il sistema.
In realtà esistono diverse vie d’uscita da questa situazione di perenne perdita, opportunità che, se gestite con opportune capacità manageriali, possono indirizzare i nostri club verso un orizzonte economico più roseo e consono al valore agonistico che da sempre sono riusciti a dimostrare sul campo.

Quotazione in Borsa, che può garantire alle società ulteriori risorse fresche da destinare, si spera, ad investimenti strutturali e manageriali, in primis lo stadio di proprietà, anziché finire nelle tasche dei giocatori; bisogna però andarci cauti considerando che con la Borsa non si può certo scherzare e tenere sempre in considerazione quello che viene definito come “rischio sportivo”.

Diversificazione, ovvero lo sviluppo dei nuovi business legati allo sfruttamento del marchio e delle nuove tecnologie come il merchandising, la gestione dello stadio, internet etc., che necessitano però di tempo e di investimenti per poter produrre i propri frutti.

Internazionalizzazione ovvero l’allargamento del proprio mercato potenziale, attraverso lo sfruttamento della televisione e delle nuove tecnologie di trasmissione.

Tutto ciò senza però dimenticare come tali sforzi possono finire col risultare inutili se le varie società non si rileveranno capaci di adottare nuove strategie gestionali, atte a limitare i costi, in particolare del personale e quelli di altri costi operativi.

Il futuro delle società italiane



Per poter rispondere ed arrivare all’obiettivo comune, la massimizzazione dei ricavi, ai club non restano, secondo il mio personale parere, che due possibilità: lo sviluppo di ulteriori fonti di ricavo (gestione stadio, internet, merchandising) da affiancare a quelle più tradizionali (diritti TV, botteghino, contributi federali etc.); oppure la conquista di nuovi clienti, allargando il proprio bacino d’utenza.
La combinazione di queste variabili strategiche, in una matrice di quella indicata in figura, determina un sistema di quattro opzioni a disposizione della società:



La tendenza in atto è quella di spostarsi dal quadrante A al quadrante D in cui lo sviluppo di nuove tecnologie ha aperto nuove opportunità commerciali e il processo di aziendalizzazione sempre più capace di fornire prodotti e servizi diversi secondo la logica dell’estensione del marchio; l’aumento del numero di clienti potenziali conseguenza del processo di internazionalizzazione e l’aumento del numero di prodotti/servizi offerti conseguenza del processo di diversificazione.

E’ chiaro come questo ampliamento dell’offerta rappresenti, da una parte un’immensa opportunità per le società più blasonate, e dall’altra un fortissimo elemento concorrenziale nei confronti delle società medio-piccole che vedono il proprio monopolio di tifosi aggredito dal fascino e dal richiamo che i grandi squadroni sono in grado di garantire.

Nel prossimo articolo parleremo del caso: Chelsea Village



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