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La leadership

Dott. Giorgio Ambrosetti

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    Il concetto di leadership è strettamente connesso all’influenza sociale, infatti nonostante quest’ultima sia un processo reciproco, appare più esatto dire che i leader influenzano gli altri membri del gruppo più di quanto essi possano essere influenzati.
Nei gruppi non tutti i ruoli hanno lo stesso valore, quindi vi sono differenziazioni di status nella maggior parte dei casi.1

Turner afferma che il leader è colui che esercita maggiore influenza sul gruppo, mostrando più iniziativa, occupando una posizione più alta nella gerarchia e più centrale nella rete di comunicazione del gruppo.
Le definizioni di leadership che sono state date nel tempo sono numerose ma in sostanza è quel processo volto ad influenzare un individuo o un gruppo che mira al conseguimento di uno o più obiettivi in una determinata situazione. Sicuramente la differenza che va sottolineata è quella tra il leader democratico, pronto alla comunicazione anche sul piano personale con i membri del gruppo, e quello autocratico, che prende le decisioni autonomamente senza confrontarsi con alcuno. Mentre il primo è attento alle esigenze altrui il secondo s’interessa esclusivamente allo svolgimento del compito. “Sono rari gli allenatori capaci di sollecitare i propri giocatori al punto di passare la vita agognando la loro approvazione”.2
Quando il leader è benvoluto dal gruppo, non viene messa in discussione la sua autorità e il compito è ben definito, egli non deve preoccuparsi del morale e può concentrarsi sul compito; quando invece non è ben accetto, dispone di poco potere e il compito è ambiguo, egli non è in grado di intervenire sul morale.

L’allenatore deve essere il centro di unità e coesione per il gruppo, colui che si assume il peso delle responsabilità, quindi spetta a lui il ruolo di leader, assieme a quello di educatore e tecnico. Egli deve rappresentare un modello, creare uno stato d’animo sereno, assumendosi il peso delle responsabilità.
Per analizzare i rapporti interni fra allenatore e atleti è stato messo a punto un modello multi dimensionale per lo studio della leadership in ambito sportivo. Questo modello sottolinea come la prestazione e la soddisfazione della squadra siano strettamente connesse al comportamento del leader.3

Gli stili decisionali dell’allenatore possono variare da quello autocratico, dove le scelte vengono prese senza consultare nessuno, a quello delegante, in cui vengono delegati alcuni atleti per le decisioni, e ancora a quello consultivo o di gruppo dove le scelte vengono prese di comune accordo con gli atleti.
Gli stili decisionali sono parte portante del comportamento infatti in base alle scelte prese per la squadra si instaurano determinati tipi di rapporti.
Gli allenatori considerano, il favorire l’affiatamento tra gli atleti, lo stabilire norme di comportamento e il sostenere la motivazione, caratteristiche comportamentali importanti per lo svolgimento del proprio lavoro. La sfera socio-affettiva quindi è ritenuta più importante rispetto all’aspetto strettamente tecnico, legato alle tattiche di gioco.

Le maggiori difficoltà che un istruttore si trova a dover affrontare sono problemi scolastici, di lavoro, famigliari e non ultimo la gestione di atleti convinti di non avere più bisogno di direttive. Un buon allenatore deve quindi disporre di qualità interpersonali superiori alla media, poiché se si trova in situazioni difficili da gestire, rischia, se non è in grado di automotivarsi, di incorrere nel fenomeno del Burn – out; quando infatti l’allenatore esaurisce le sue energie va incontro ad un crollo psicologico e motivazionale, non riuscendo più a far fronte alle onerose esigenze della sua attività.

Definire quindi il comportamento ideale che deve avere un allenatore non è compito facile, sicuramente sarà importante da parte sua fare sentire tutti gli atleti importanti, senza esasperare la squadra ai fini della vittoria.


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 NOTE

1) Dino Giovannini, Laura Savoia, Psicologia dello sport, Carocci Editore, Roma 2002, p. 129.
2) Tratto dal romanzo di John Grisham, L’allenatore, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2003, p. 130. L’autore ci porta in questo caso nel cuore dell’America ma anche nel cuore delle questioni semplici ed eterne che ci riguardano tutti: l’amicizia e l’amore.
3) Cfr. la Leadership Scale for Sports di Chelladurai nell’opera di Dino Giovannini, Laura Savoia, Psicologia dello sport, Carocci Editore, Roma 2002, p. 138

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