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L'importanza delle
triangolazioni nel calcio


di Diego Guarise*

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    Il calcio moderno ha assunto livelli prestativi così alti che pensare a delle migliorie tattiche da questo punto di vista risulta essere quasi impossibile.
Con l'avvento del pressing e della cura della preparazione atletica, gli spazi a disposizione dei giocatori si sono sempre più ridotti obbligando l'atleta a liberarsi del pallone nel più breve tempo possibile; questo ha portato l'evoluzione delle caratteristiche fisiche, atletiche e comportamentali dei calciatori. Ma questa evoluzione fisico-tattica non pregiudica quello che è l'obiettivo di ogni squadra che si rispetti, ovvero fare goal all'avversario. Come si è allora evoluto il modo di giocare? Il gioco si sviluppa sempre più attraverso trame di gioco espresse da una squadra racchiusa in poche decine di metri, chi si trova a difendere raddoppia o triplica spesso le marcature sul possessore di palla, la difesa in possesso di palla si alza fino alla linea mediana di centrocampo lasciando qualche sbadato attaccante in fuorigioco. Tutto questo a favore di un gioco che si articola su passaggi sempre più veloci e frequenti.
In questo scenario di 22 giocatori racchiusi in un fazzoletto di campo, la triangolazione risulta essere l'arma in più capace di aprire spazi per eventuali inserimenti che diano sfogo alle capacità offensive di un team.

La triangolazione prevede:
1) ottime proprietà di palleggio;
2) movimento senza palla;

e permette di:
3) avere più soluzioni a disposizione e determinare imprevedibilità;
4) creare varchi tramite incroci e sovrapposizioni.

Ma cosa rende la triangolazione un elemento tattico così importante? Come ben sa chi frequenta i campi di gioco, il calcio è uno sport di situazione, in cui le fasi di attacco e di difesa si susseguono vertiginosamente e chi riesce ad essere più efficace quando è in possesso palla di solito ha la meglio sull'avversario.
Di norma ogni giocatore appartenente alla squadra con possesso di palla viene marcato od intercettato da un avversario (se tutti restassero fermi il passaggio ad un compagno diventerebbe impossibile) e l'avanzamento della palla avviene su linee diagonali al campo che possono scaturire da una fitta trama di passaggi o da cambi di fronte repentini (di solito le triangolazioni in profondità si fanno per chiedere il gioco di sponda o per lanciare a rete il centravanti). È per questo che smarcarsi nello spazio risulta essere fondamentale. Così facendo si creeranno varchi per il medesimo giocatore o per i compagni, visto che proprio con il nostro movimento tenderemo a scombinare lo scacchiere e la disposizione dell'avversario.
Ogni movimento del singolo giocatore deve essere articolato con i movimenti dei compagni, altrimenti si correrebbe il rischio di ostruire ancora di più il gioco (è qui che l'allenatore durante la settimana deve stabilire assieme a suoi giocatori i movimenti da eseguire; ciò significa che tutto va programmato, anche l'aspetto più insignificante).

Chi è in possesso palla ha un vantaggio non indifferente sull'avversario: prima di tutto non rischia mai di subire goal (il vecchio e saggio Liedolhm diceva: "fino a che abbiamo noi la palla l'avversario non farà mai goal"), in secondo luogo chi ha la palla è sempre in vantaggio su chi difende. A parità di velocità esecutiva, il possessore avrà quei due decimi di secondo dati dalla somma del tempo impiegato per analizzare la situazione di gioco e il tempo di esecuzione della giocata difensiva che ogni difendente deve applicare. In poche parole, se le scelte del possessore saranno varie ed eseguite con discreta rapidità, il difensore potrà fermarlo solamente con un fallo tattico se non vuole essere inevitabilmente saltato.

Nella triangolazione il movimento senza palla permette al compagno di chi ha il possesso della sfera di trovarsi momentaneamente senza marcatura e, di conseguenza, con la possibilità di giocare il pallone o con un altro compagno, che avrà fatto a sua volta un smarcamento, o con il compagno da cui aveva ricevuto palla e che avrà applicato, in questo modo, una delle nozioni base del calcio che personalmente definisco spumeggiante: il cosiddetto "dai e vai".

Ora vi propongo alcune esercitazioni da eseguire in allenamento per rendere la triangolazione un aspetto naturale del nostro stare in campo:
A) Lavoro a tre giocatori disposti a triangolo. Da fermo colpisco i palloni che arrivano dalla diagonale e li calcio verso la diagonale davanti a me di destro all'andata e di sinistro al ritorno e viceversa. Variante: a coppie in movimento far passare la palla all'interno degli spazi.

B) Due squadre: i componenti dell'una con il pallone, quelli dell'altra senza. Ogni qual volta chi ha la palla incontri chi è senza deve appoggiare il pallone e chiedere il triangolo. Variante: chi è senza pallone gioca da fermo.

C) Vi è una fila indiana di giocatori con palla, alla loro destra vi saranno tre o più compagni statici che chiuderanno i triangoli nella corsa di chi avanza con il pallone Variante: alternare i compagni statici a destra e a sinistra.

D) Disposizione a cerchio. I giocatori con la palla si muovono all'esterno della circonferenza e chiedono il triangolo ai compagni statici all'interno. Variante: anche chi è all'interno si muove in senso opposto a chi è all'esterno.

E) La treccia. Il giocatore in possesso di palla la passerà sempre al compagno da cui non l'ha ricevuta; seguirà il pallone andando a girare attorno a chi riceverà palla. Parte con la palla il giocatore al centro. Variante: con le mani o in drop kick.

F) Due giocatori, uno di fronte all'altro.Il possessore di palla scarica il pallone che verrà rilanciato 10 metri più avanti rasoterra per essere ripreso e poi riportato. Variante: il lancio viene fatto sopra la testa del possessore di palla.

G) Avanzare in coppia scambiandosi la palla: al fischio chi è in possesso palla la scarica al compagno, gli gira attorno e va a ricevere palla nella posizione di partenza. Variante: aumentare il numero di giri attorno al compagno o girare attorno all'indietro.

H) In coppia: uno avanza, l'altro indietreggia scambiandosi il pallone. Quando i due si trovano a circa 15 metri dalla porta colui che si trova con fronte alla porta fa un movimento laterale, riceve palla e la scaglia in rete. Variante: due giocatori fronte alla rete che si incrociano al momento del tiro.

I) Disporre in un quadrato di trenta metri di lato degli ostacolini sparsi all'interno. Si lavora a coppie. Chi ha la palla chiede la triangolazione al compagno quando farà passare sotto all'ostacolo la sfera; chi è senza palla chiuderà il triangolo ridando la palla all'esterno dell'ostacolo. Variante: chi passa la palla sotto all'ostacolo lo scavalca e va dalla parte opposta al compagno a riceverla nuovamente per ricontinuare.

L) In coppia uno di fronte all'altro. Tra i due giocatori vi è un paletto che fungerà da avversario. A turno uno resta statico mentre l'altro si muoverà a destra e a sinistra per smarcarsi e ridare la palla di sponda al compagno che la giocherà dall'altra parte. Variante: il compagno che dovrà smarcarsi lo farà a suo piacimento, sia come tempi che come direzioni (così facendo il giocatore statico saprà adattarsi anche in situazioni imprevedibili).

M) Disporre una fila di paletti a tre metri di distanza l'uno dall'altro. Si lavora a coppie. In avanzamento far passare la palla in diagonale tra gli spazi e poi riprenderla nello spazio successivo e così via. Variante: aumentare la distanza tra i due giocatori.

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*Studente in Scienze motorie.
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